Sotto la spinta delle nuove generazioni, della pandemia, delle nuove tecnologie per lavorare, la cultura aziendale sta subendo una radicale metamorfosi.
In generale, si stanno manifestando caratteristiche ricorrenti come flessibilità, asincronia, fiducia,
appartenenza e un approccio olistico al benessere.
”Notiamo che le persone vogliono molta più flessibilità per poter inserire il lavoro nella vita privata anziché far ruotare la propria vita attorno al lavoro.”
Mary Alice Vuicic, CHRO presso Thomson Reuters
“Parlavamo di equilibrio fra lavoro e vita personale, ma ora stiamo avendo un’illuminazione collettiva. È il contrario: l’equilibrio è fra vita personale e lavoro.”
Claude Silver, Chief Heart Officer presso VaynerMedia
Secondo una ricerca proposta da LinkedIn lo scorso anno, in effetti, la work-life balance era il requisito più richiesto dalle persone in cerca di lavoro (63%) , seguito poi da retribuzione (60%), benefit eccellenti e colleghi (40%).
Cultura e strategia, inoltre, sono diventate caratteristiche inscindibili all’interno di un’organizzazione aziendale, ed è importante che questi asset valoriali siano allineati. La sfida che il lavoro di oggi lancia alle aziende di tutto il mondo sarà quella di perfezionare (o reinventare) la propria cultura in modo da presentare quel volto umano che i professionisti si aspettano di vedere.
La cultura è molto importante perché le persone sanno di avere delle scelte, e che non si tratta solo di decidere con chi lavorare e quanto guadagnare. Le loro scelte riguardano anche l’arricchimento personale, la possibilità di imparare e di nutrire l’anima. E per loro, sentirsi realizzate ha la priorità sul denaro e sul luogo di lavoro.
Judy Jackson
Global Head of Culture and Engagement, WPP
Secondo il report Global Talent Trends del 2022 redatto da LinkedIn, le aree su cui investire per migliorare la cultura aziendale sono:
- Opportunità di sviluppo professionale (59%)
- Opzioni lavorative flessibili (48%)
- Salute mentale e benessere (42%)
- Formare i manager per gestire team remoti e ibridi (35%)
- Diversità ed inclusione (26%)
I nuovi requisiti della cultura aziendale
Flessibilità
L’idea di entrare in ufficio alle 9 ed uscire alle 17 oggi è quantomai obsoleta. Le persone vogliono poter decidere dove, quando e come lavorare. E se l’azienda non le accontenta, sono pronte ad andarsene.
L’orario di lavoro non è più il metro di valutazione su cui fare riferimento: oggi si parla invece di rendimento. In fondo, le aziende misurano i risultati, non l’attività. E non dovrebbe essere un’idea così irragionevole tenere in maggior considerazione la produttività piuttosto che la presenza.
Indipendentemente dalla modalità di lavoro scelta, una buona cultura aziendale deve assicurare l’equità. Questo si tradurrà in buoni risultati a prescindere da dove, come e quando si lavora. Non c’è un luogo ideale di lavoro se non quello che i dipendenti scelgono. Le persone soddisfatte della modalità di lavoro nella propria azienda sono 2 volte più propensi a consigliarla ad amici e 2,6 volte più felici.
La flessibilità è oggi un core value per le aziende: dal 2019 questa caratteristica è stata continuamente menzionata dalle organizzazioni (+343%). Ma chi sono i più attenti a questa tendenza? Naturalmente i giovani: la maggior parte della generazione Z (77%) e una parte dei Millenials (30%).
Come gestire lo smartworking
Che lo smart working sarà il lavoro del futuro, ormai non è più un mistero. Rimane da capire come inserirlo all’interno della cultura aziendale in modo che possa essere sfruttato al meglio, e dia risultati effettivamente positivi. I consigli offerti dal report di LinkedIn sono essenzialmente 4:
- Definisci linee guida per il trattamento dei dipendenti da remoto, tenendo presenti eventuali esigenze legate alla salute e al benessere.
- Offri pari opportunità a tutti i dipendenti, facendo sì che i lavoratori da remoto non siano trascurati dai loro manager rispetto agli altri.
- Rafforza il senso di squadra con eventi virtuali, perfetti per favorire i legami sociali.
- Metti in smartworking anche la leadership, facendo condurre i meeting in smartworking dal settore manageriale.
Come si potrebbe, invece, rafforzare la flessibilità della propria cultura aziendale?
Come già detto, controllando intanto i risultati invece che gli orari di lavoro. Una buona cultura aziendale, inoltre, favorisce il rispetto dei limiti (in termini di ore e di pause). Anche l‘asincronia viene valorizzata: un meeting che richiede la presenza simultanea di tanti individui può invece diventare una mail da leggere in momenti separati.
Esistono lavori che hanno un margine di manovra piuttosto limitato per quanto riguarda lo smart working: ad esempio chi lavora con il pubblico, chi lavora nella sanità o nelle manifatture. In questo caso, viene suggerita la flessibilità oraria per quanto riguarda i giorni lavorativi e i turni.
Benessere
Cosa vuol dire “benessere“? Le aziende stanno iniziando a capirlo. Oggi, parlare di benessere significa parlare di benessere fisico, emotivo, economico, mentale.
La flessibilità è un buon punto di partenza per una cultura aziendale che ha a cuore il benessere dei propri dipendenti, tuttavia occorre anche dimostrare empatia e comprensione per la propria forza lavoro.
Non c’è un solo modo per farlo: c’è chi concede pomeriggi liberi, chi sceglie di chiudere gli uffici, chi offre programmi di assistenza mirati o opzioni di sostegno. Tutte queste iniziative trovano senso e significato da un dato di fatto: il benessere dei dipendenti è imprescindibile per una cultura aziendale sana e produttiva.
Sul lavoro non dovremmo esaltare chi passa la notte in bianco, perché farlo non produce grandi risultati né per la persona né per l’azienda. Non è un modello sostenibile.
Jen Fisher
Chief Well-Being Officer presso Deloitte
Anche in questo caso, i più ricettivi verso questa nuova tendenza sono i giovani e i giovanissimi: il 66% della Gen Z e il 51% dei Millenials vorrebbero una maggiore attenzione delle aziende per la salute mentale e il benessere.
Per favorire un maggiore equilibrio fra vita personale e professionale, una buona cultura aziendale potrebbe:
- Garantire più tempo libero all’interno della giornata, magari riducendo il tempo delle riunioni o fissando dei momenti per le pause;
- Chiudere le aziende per qualche giorno invece che concedere le ferie a rotazione ai dipendenti;
- Valutare la possibilità di inserire una settimana lavorativa di 4 giorni. Ridurre la settimana lavorativa potrebbe essere addirittura una norma in futuro, grandi aziende come Desigual, Kickstarter e Bolt hanno già promosso questo cambiamento.
Per supportare il benessere mentale dei propri dipendenti, è inoltre importante che un’azienda:
- Insegni ai manager a gestire con empatia i propri team, imparando ad identificare i sintomi del burnout o dello stress.
- Renda i servizi per la salute mentale facilmente accessibili, ad esempio le app di meditazione, come Headspace e Calm, e i servizi terapeutici virtuali di aziende come Lyra Health sono diventati molto popolari durante la pandemia.
- Individui i problemi analizzando i tuoi dipendenti, ovvero studi il comportamento dei propri dipendenti al fine di rilevarne eventuali fonti di stress per promuovere all’interno della cultura aziendale modelli diversi e più sostenibili.
- Coinvolga i team nell’impegno per la salute mentale, promuovendo il dialogo tra pari-
Great Reshuffle
Questo termine è stato introdotto da LinkedIn per parlare di un fenomeno importante che ha coinvolto tutto il mondo del lavoro. Si parla dell’ondata di dimissioni registrate più o meno ovunque e a qualsiasi livello gerarchico che è seguita allo scoppio della pandemia.
Le persone sono state spinte a riconsiderare l’importanza del proprio benessere e hanno ridefinito la scala delle loro priorità.
“È un momento di grande cambiamento per tutti. Le aziende stanno ripensando da zero modelli, culture e valori. E i dipendenti mettono in discussione non solo i metodi di lavoro, ma anche le proprie motivazioni.”
Ryan Roslansky, CEO di LinkedIn
Le aziende che si aggrappano al passato potrebbero andare incontro a dei problemi.
“Faticheranno a trattenere i talenti, faticheranno anche ad assumerli. Cercando di imporre modelli che i dipendenti non vogliono, potrebbero ritrovarsi ad affrontare una vera valanga di dimissioni.”
Lars Schmidt, fondatore di Amplify
Secondo il Work Trend Index di Microsoft del 2021, il 41% dei dipendenti di tutto il mondo sta valutando di cambiare lavoro entro un anno. E, in effetti, nel solo mese di agosto dello scorso anno si sono registrate a livello globale ben 4,3 milioni di dimissioni. Chi si dimette, sa di poter sperare in migliori condizioni di lavoro, per questo una cultura aziendale in grado di reinventarsi sarà anche in grado di arginare la “fuga di talenti” in atto.
La cultura aziendale sta cambiando rapidamente: per stare al passo, le aziende devono innovare e guardare avanti. È un’opportunità unica per gettare le basi di una cultura che permetta a tutti di dare il meglio sul lavoro e vivere una vita più gratificante.
Teuila Hanson
Chief People Officer, LinkedIn
In questa prospettiva, non basta avere una cultura aziendale solida: bisogna anche farla conoscere. E per riuscirci serve un employer brand efficace. Lo stipendio non è più solo il criterio di scelta, ma subentrano altri elementi come gli asset valoriali e la visione di un brand. Occorre ripensare il marketing aziendale classico per includere anche i dipendenti nell’equazione.
Diventa essenziale ascoltare i propri dipendenti, raccogliendo periodicamente dati sui loro sentimenti e sulle loro impressioni, ripensare i messaggi dell’azienda e coinvolgere in questo processo anche le fasce manageriali.
Anche la fase di recruiting deve essere ripensata. John Vlastelica consiglia di porsi questa domanda:
“Offriamo davvero l’esperienza e le opportunità che vendiamo come recruiter?” Servono chiarezza ed autenticità sia per chi assume, sia per chi viene assunto. E con lo smart working in crescita, anche la costruzione di un processo ottimale di onboarding (magari personalizzato) diventa essenziale.
Conclusioni
In questo panorama, le aziende capaci di reinventare le modalità di lavoro godranno di un grande vantaggio competitivo. Bisogna partire dal grande Reshuffle in corso per capire le necessità e le richieste dei lavoratori di domani, e questo sarà foriero di grandi sfide ma anche di grandi potenzialità.
I cambiamenti in atto non riguardano solo la tecnologia o gli strumenti, bensì includono un grande cambio di mentalità, che sta avvenendo tra l’altro in un lasso di tempo estremamente breve.
La cultura è dinamica, non statica, e sarà in grado nel prossimo futuro di trovare le risposte adeguate per fronteggiare le richieste del lavoro del futuro.
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