La metodologia Digital Felix è composta da 5 step, le 5 “R” del Digital Felix, che sono:
- Rallenta
- Riduci
- Ridisegna
- Riprogramma
- Ricaricati
Negli ultimi decenni ha avuto la meglio, purtroppo, il modello di gestione del tempo illustrato da Lewis Carroll nel libro Alice nel paese delle meraviglie attraverso le parole della Regina rossa:
“Qui devi correre più che puoi, per restare nello stesso posto. Se poi vuoi andare da qualche altra parte devi correre almeno il doppio”.
Correre il doppio. È da qui che invece devi ripartire, da una risorsa che non prendi mai in seria considerazione, o perlomeno mai fino in fondo.
Il “tempo” è uno dei temi centrali del mondo del lavoro. Alcuni cercano metodi per sbrigare più velocemente il lavoro, per gestire il tempo e organizzarsi al meglio. Il rapporto con il tempo appare insoddisfacente e gravoso e ci fa sentire perennemente sotto pressione, di corsa e sfiniti.
“Il tempo è una delle invenzioni più geniali dell’uomo” dice Anselm Grùn, nel libro Non ho tempo. Sottolinea il fatto che nel mondo tecnologico siamo abituati a far coincidere il tempo con gli strumenti che lo misurano; l’orologio è diventato sinonimo e simbolo del tempo. Dobbiamo fermarci un attimo e tornare indietro con il pensiero.
Prima della “rivoluzione tecnologica” che ha trasformato la vita quotidiana, l’uomo non poteva far altro che adattarsi all’ordine della natura, accettando le pause. La soluzione non sta nell’individuare l’ultima app o metodologia di gestione del tempo, bensì risiede più in fondo: nell’atteggiamento, nei valori e spesso anche in schemi mentali e di comportamento inconsci che condizionano la nostra vita.
Spesso il problema è rappresentato dalla quantità dei valori, molto spesso associata a senso di responsabilità e del dovere. Tutto questo ci fa entrare in un circolo vizioso, come un topolino su una ruota che gira, perdendo di vista l’essenziale, quello che effettivamente conta: noi stessi.
Le domande sono sempre le stesse: che cosa è importante? Che cosa è urgente? Stephen Covey ha creato una matrice che insegna a dare le giuste priorità. Ma la domanda veramente importante in questo primo step è:
che cosa è veramente essenziale?
Per poter rispondere alla domanda precedente è bene rispondere prima ad altre domande come:
- Qual è il significato che vorremmo dare alla nostra vita?
- Che cosa ci rende felici?
- Quali sono le attività/pensieri che ci emozionano?
Ovviamente queste domande sono da porsi a livello personale (prima) e poi a livello professionale. Solo partendo da queste domande potremo arrivare all’essenziale per noi. Abbiamo l’obbligo morale di farci le giuste domande e dare le giuste risposte. Per troppo tempo ci hanno inculcato la cultura dell’“oramai è tardi”.
Niente di più falso: la vita comincia ogni giorno con il sorgere del sole. Dobbiamo interrogarci su cosa non siamo più disposti a “perdere” pretendendo troppo dal corpo e dall’anima.
Il primo passo è comprendere il concetto di libertà, in altre parole sbarazzarsi dalle vecchie abitudini, forme pensiero e schemi di comportamento per iniziare a vivere ora, il
momento più importante della vita: il momento presente.
Eckhart Tolle, autore del Potere di Adesso, ci invita a riflettere e a praticare il potere della presenza come il potere della vita stessa. Essere attenti è essere presenti, essere presenti è differente da essere concentrati.
Nell’era delle distrazioni digitali l’attenzione, e quindi la presenza, sono il vero obiettivo da ricercare, non solo nel lavoro, ma soprattutto nella vita di tutti i giorni.
Per ricercare l’attenzione abbiamo bisogno di rallentare, perché è nel rallentare che ci connettiamo con noi stessi e con qualcosa di più grande. Quando ci “allontaniamo” volontariamente dal rumore quotidiano e ci dedichiamo del tempo, stiamo facendo bene a noi e al nostro lavoro/business, perché stiamo lavorando sull’immateriale.
Perché rallentare?
Ci sono molti motivi per rallentare, ora ne elenchiamo solo alcuni per dare un’idea del perché sia importante:
- Migliore focus. Quando si rallenta, è possibile concentrarsi meglio. È difficile mettere a fuoco se stiamo sempre in movimento.
- Missione. La vita frenetica produce superficialità, perché siamo illusi di non avere il tempo per fermarci e sentire. Rallentare aiuta a capire chi siamo veramente e cosa desideriamo veramente.
- Gratitudine. Possiamo davvero apprezzare quello che abbiamo, quello che stiamo facendo, quello che siamo, quando ci prendiamo il tempo per rallentare e prestare attenzione.
- Meno stress. La vita produce ansia e livelli di stress più elevati. Rallentare ci permette di lavorare su un cambiamento di mentalità.
- Creatività. La filosofia della pausa porta con sé la creatività e l’amore per l’arte della vita. Siamo più consapevoli delle potenzialità che sono nascoste in noi.
Il passo più importante è smontare le nostre errate convinzioni del “chi si ferma è perduto” mentre la nuova società ci impone di abbracciare il concetto di pausa per poi riprendere con più consapevolezza.
Il primo passo è nella corretta gestione dei pensieri: sta a noi scardinare le convinzioni mentali. Iniziamo subito con il porre la giusta domanda: che tipo di vita vogliamo vivere?
Rallentare significa assumere un ritmo adeguato.
In questa prima fase poniamoci le seguenti domande:
- Tutto quello che stiamo facendo è utile alla nostra vita?
- Ciò che facciamo è utile anche per altre persone?
- Fa bene al nostro corpo e alla nostra salute?
- Fa bene a noi e alla nostra anima?
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