Il doomscrolling: cos'è e perché non riusciamo a farne a meno

Sempre più persone si dedicano al "doomscrolling", tanto che questo termine è di recente stato riconosciuto dall'Accademia della Crusca, forse il principale punto di riferimento per quanto riguarda la lingua italiana e la sua evoluzione. Scopri tutto quello che devi sapere su questa pratica nelle prossime righe dell'articolo!

Cos'è il doomscrolling?

Secondo la definizione dell'Accademia della Crusca, il doomscrolling è "l'azione di scorrere compulsivamente le pagine di un sito, la bacheca di un social network e simili, alla ricerca di cattive notizie". Etimologicamente parlando, il termine nasce da un prestito integrale dall'inglese, e si compone di "doom" (sventura) e "scrolling" (scorrimento).

Fare "doomscrolling", ovvero scorrere i feed senza pause, indipendentemente dalla gravità delle notizie, è una pratica che si è diffusa a macchia d'olio soprattutto durante il periodo della pandemia. Moltissime persone, pur sapendo che non era un'attività salutare e ricreativa, si sono ritrovati a trascorrere le notti visitando di continuo i siti di notizie alla ricerca di nuovi e tragici sviluppi.

Perché fare doomscrolling crea tutta questa dipendenza?

È una domanda che molti doomscrollers si sono posti. Le ragioni per cui l'impulso a leggere può essere così forte sono molteplici: la sensazione di sicurezza nella conoscenza, soprattutto in tempi difficili; la progettazione di piattaforme social-media che aggiornano costantemente e danno impulso alle voci più forti; e, naturalmente, l'aspetto del fascino umano.

"È come non riuscire a distogliere lo sguardo quando si vede un incidente stradale". dice Emily Bernstein in un articolo per BBC.

Oltre a sapere intuitivamente che il doomscrolling ci fa stare male, gli studi condotti durante la pandemia lo hanno confermato, collegando ansia e depressione al consumo di media legati a Covid-19 e all'aumento del tempo trascorso sugli smartphone. Allora, perché continuiamo a scorrere all'infinito e perché questa pratica può sembrare stranamente rilassante?

Il "piacere" di scorrere le notizie

La maggior parte di noi ha trascorso una parte del 2020 a fare doomscrolling, tanto che l'Oxford English Dictionary l'ha nominata parola dell'anno e l'ha persino aggiunta al dizionario.

Ma il doomscrolling non è un comportamento umano nuovo. Anche se il termine sembra essere entrato nel lessico pubblico all'inizio del 2020, in concomitanza con l'inizio delle chiusure legate a Covid-19, il pubblico ha da tempo sviluppato questo fascino per le notizie tragiche, proprio come succede quando si assiste ad un evento infausto.

"Il precursore dell'uso di internet era la gente che guardava il telegiornale delle 11, che era terrificante", dice Dean McKay, professore di psicologia della Fordham University, specializzato in comportamenti compulsivi e disturbi d'ansia. Il terrore, se visto dalla comodità della propria casa, aveva però un effetto potenzialmente calmante. McKay descrive l'atteggiamento delle persone che riconoscono che "le cose sono piuttosto orribili, [ma] sono a mio agio, quindi potrò dormire bene stanotte sapendo che [posso sentirmi bene] nella mia posizione nella vita".

McKay suggerisce che il doomscrolling potrebbe essere un "equivalente moderno". Ma, a differenza del notiziario delle 2300, non si ferma a un'ora fissa. Durante i tempi incerti e spaventosi del 2020, non sorprende che persone come Bernstein abbiano fatto scrolling fino a notte fonda. Avevano bisogno di informazioni, dapprima perché le informazioni sul virus erano scarse, poi perché sono stati risucchiati dall'incessante ciclo di notizie su questo tema.

Perché il doomscrolling è così insidioso?

Come afferma Pamela Rutledge, direttrice del Media Psychology Research Center con sede in California, il doomscrolling "in realtà descrive solo il bisogno compulsivo di cercare risposte quando abbiamo paura". Dopo tutto, dobbiamo valutare se una nuova informazione costituisce una minaccia. "Siamo biologicamente portati ad occuparci di questo", dice Rutledge.

"Sfortunatamente, il giornalismo in qualche misura gioca a favore di questa tendenza", aggiunge. I titoli e le storie provocatorie attirano i lettori perché suscitano paura e urgenza: come dice Bernstein, "c'è la sensazione che se so tutte le ultime notizie, posso proteggere meglio me stesso e la mia famiglia".

Questo sembra ragionevole, ma la maggior parte delle persone scorre ben oltre il punto di accertamento di qualsiasi informazione preziosa. Spesso, per esempio, si inizia le sessioni di doomscrolling leggendo le notizie, ma si finisce regolarmente per scorrere le sezioni dei commenti sotto gli articoli. E, spesso, le persone non sanno davvero perché lo fanno.

McKay vede una possibile spiegazione evolutiva per questo. Tutti gli stati emotivi umani sono emersi perché erano in qualche modo adattivi. Quindi, voler provare una certa emozione leggendo le notizie o i commenti, come la rabbia o la disperazione, potrebbe essere un modo per "mettere in pratica i meccanismi evoluti di coping" che abbiamo sviluppato per gestire gli eventi negativi della vita. La paura, per esempio, ci mette in stato di massima allerta, il che è utile nelle situazioni di pericolo. In questo senso, dice McKay, "il doomscrolling è quasi un approccio di raccolta di informazioni e strategie".

Il doomscrolling ci fa bene

Quindi, sì, la pandemia ha aggravato questo bisogno percepito di informazioni e di emozioni indotte dalle notizie. Ma i risultati della risposta emotiva delle persone non sono stati ottimali. Un'indagine tedesca condotta tra la fine di marzo e l'inizio di aprile del 2020 ha evidenziato un collegamento tra "frequenza, durata e diversità dell'esposizione ai media" e l'aumento dei sintomi depressivi e dell'ansia generale e legata alla pandemia. Anche i ricercatori del Dartmouth College hanno riscontrato un aumento dell'uso del telefono legato a maggiore ansia, depressione e comportamenti sedentari tra gli studenti universitari, in concomitanza con l'aumento delle preoccupazioni legate a Covid-19 nel mese di marzo.

Il feed che abbiamo in testa

Le persone, quindi, durante la pandemia hanno iniziato ad abusare di ogni possibile fonte di notizie su Covid, la quarantena e il futuro e, spesso, si sono ritrovate in un loop infinito di scroll cercando di rispondere a una domanda specifica su ciò che stava accadendo. Questo allungava ulteriormente la loro sessione di doomscrolling e creava un'auto-perpetuazione di cattive notizie.

Questo comportamento, che consiste nel soffermarsi su una sorta di feed infinito, può assomigliare molto al Disturbo d'Ansia Generalizzato (GAD), spiega la psicologa Jade Wu: "Il GAD è fondamentalmente un feed Twitter di preoccupazioni nella vostra testa". Poiché il GAD è associato a problemi come tensioni muscolari, affaticamento e depressione, la Wu dice di immaginare che "effetti simili" possano verificarsi per i doomscrollers abituali.

"Fare doomscrolling è un po' come esercitarsi ad avere il GAD", dice. "Se corri tutti i giorni, questo avrà un impatto sui tuoi muscoli. Se fai doomscroll ogni giorno, questo avrà un impatto sulla tua psicologia e sul tuo cervello".

Il doomscrolling imita anche il comportamento del gioco d'azzardo, perché non scorriamo solo per le cattive notizie, ma anche per tutto ciò che è invece davvero piacevole. "Siamo attratti dalla possibilità che ci siano buone notizie all'orizzonte", afferma Wu (o anche solo dalla possibilità di trovare un video di un cucciolo carino per fare una risata). In questo senso, paragona il doomscrolling al gioco delle slot machine. Un giocatore d'azzardo continua a premere la leva nella speranza di vincere, anche se è più probabile che perda. Perdere, per i doomscrollers, significa esporsi alle stesse cattive notizie e agli effetti psicologici e fisici negativi che ne derivano.

Questo "programma di rinforzo variabile", dice Wu, "è il modello di ricompensa che crea maggiore dipendenza". È il motivo per cui le slot machine sono progettate in questo modo e anche i feed dei social media.

Come smettere di fare doomscrolling?

Se il doomscrolling crea dipendenza a livello di slot machine e probabilmente non è il massimo per la nostra salute mentale, come possiamo smettere?

La consapevolezza delle nostre abitudini di doomscrolling è il modo migliore per smettere. Per le persone a dieta, ad esempio, tenere un "diario alimentare" è "uno dei maggiori predittori di successo" per perdere peso, perché rende le persone consapevoli delle loro abitudini attuali. Lo stesso vale per il doomscrolling. Tieni traccia di quanto tempo passi a farlo per "identificare la tendenza negativa e poi prendi provvedimenti per cambiarla.

Puoi scegliere di impostare un timer per tenere sotto controllo il tempo trascorso al telefono, di stabilire un orario in cui mettere giù il telefono per tutto il giorno o di chiedere al partner di ricordarti di spegnerlo.

Un futuro di… hopescrolling?

In contrasto con questa tendenza, si stanno evolvendo nuovi termini e nuove pratiche come il "joyscrolling" o l'"hopescrolling", che invece indicano la pratica di scorrere il proprio feed alla ricerca di notizie e contenuti che ci fanno stare bene.

Se sei incuriosito dai neologismi, potresti anche voler conoscere il significato e le implicazioni sociali della "productivity paranoia" e del "quiet quitting", parole che si sono diffuse nel mondo del lavoro e che stanno contribuendo a riplasmarlo.

Un giorno di scorrimento di notizie positive non può necessariamente cancellare o contrastare le abitudini che abbiamo formato in mesi di scorrimento di notizie negative e i loro effetti negativi sul nostro benessere mentale. Tuttavia, capire che scorrere le notizie positive ci porta gioia potrebbe aiutarci a diventare più consapevoli di come il nostro comportamento online influisce sul nostro stato emotivo, il che è la chiave per cambiare i nostri comportamenti.

Testo tratto dalla BBC Worklife, liberamente tradotto e rielaborato

Photo by wayhomestudio on freepik

31 Ottobre 2023
Modalità Monaco: l'ultima trovata per disintossicarci dal digitale

Spopola sul web la "Monk Mode" o "Modalità Monaco", la tendenza che ci aiuta a distaccarci dal digitale per concentrarci nelle nostre attività quotidiane.

Read More
13 Ottobre 2023
Si parla sempre più di sostenibilità: ecco cosa dice il 9° Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile

Dopo anni in cui la sostenibilità è stata sottovalutata, un sondaggio dell'Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile di Lifegate, che quest'anno è arrivato alla nona edizione, mostra che gli italiani stanno diventando sempre più consapevoli e interessati al tema. Se nel 2015 solo il 48% la considerava rilevante e addirittura il 40% pensava fosse […]

Read More
8 Settembre 2023
Il ritorno dei giovani ai vecchi telefoni per scappare dai social

Mentre la tecnologia continua a progredire con la creazione di telefoni sempre più avanzati, i giovani si riappropriano dei vecchi telefoni e rinunciano ai loro smartphone. Questa controtendenza che sta emergendo si configura come sorta di ritorno alle radici, un desiderio di resistere all'incessante evoluzione tecnologica. Quali saranno i risvolti di questo trend? I vecchi […]

Read More
3 Luglio 2023
La prima Isola Digital Detox è in Finlandia, ecco perché vuole diventare un territorio phone-free

Stavi pensando ad un'esperienza digital detox per quest'estate? Un'isola della Finlandia vuole diventare la prima zona turistica al mondo senza telefoni, una vera e propria "isola digital detox". Ogni estate, milioni di utenti dei social media scattano e condividono le loro vacanze online. Ma se sei stanco di pensare alla vacanza perfetta per essere postata […]

Read More
La mia missione è aiutare le persone ad avere un rapporto più sano con la tecnologia. forniamo iniziative di benessere digitale, formazione e risorse per aiutare aziende e istituzioni a supportare la salute mentale e la produttività delle persone
©Copyright 2023 Digital Detox – Alessio Carciofi – Credits: Binario01 Privacy Policy Cookie Policy
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram