La tecnologia ha un ruolo fondamentale nel nostro lavoro e nella nostra vita personale. Ma come possiamo assicurarci di avere il controllo? E cosa possiamo fare affinché il nostro benessere non ne risenta?
Cos’è il benessere digitale?
Quando parliamo di questo tema la prima cosa che salta in mente sono le app di benessere digitale. Ma in verità c’è molto altro oltre alle app che installiamo sui nostri telefoni.
L’obiettivo del benessere digitale, per come lo intende John Clarabut, è “l’impatto che le tecnologie e i servizi digitali hanno sul nostro benessere fisico, mentale ed emotivo”.
Quali saranno gli effetti della tecnologia sulle persone a lungo termine?
Ce lo dice un’indagine effettuata dal Pew Center for Research che, quando ha chiesto agli internauti statunitensi quale fosse l’impatto della tecnologia digitale sulla loro vita, la risposta è stata oltremodo positiva. Pew, insieme alla Elon University, ha poi intervistato esperti di tecnologia, accademici e professionisti della salute sull’impatto previsto della vita digitale sul benessere delle persone. Mentre il 47% ha previsto che le persone saranno più danneggiate che aiutate nel prossimo decennio, il 32% pensa che sia vero il contrario.
Se una così grande parte della popolazione nutre questa fiducia nei confronti della tecnologia, bisogna fare in modo che le organizzazioni si prendano la responsabilità di trovare il modo migliore per occuparsi del benessere digitale dei loro dipendenti. E’ un aspetto che non possono permettersi di tralasciare.
Ecco qualche sfida che potrebbe già essere in atto, sfide di cui le organizzazioni dovrebbero occuparsi:
Il peso del sovraccarico digitale
Al culmine della pandemia, il sovraccarico di informazioni è diventato insostenibile. Il volume di informazioni che si riversava dai canali di notizie e dalle piattaforme dei social media era schiacciante per molti di noi. Era, ed è ancora, difficile sfuggirvi. Alcuni hanno preso a fare doomscrolling, ovvero a scorrere la propria bacheca social in cerca di notizie catastrofiche. E anche se la pandemia comincia ad essere più contenuta in alcuni Paesi, ci sono molte notizie che ci preoccupano e ci spaventano ancora.
Il COVID-19 ha anche costretto le nostre vite sociali online, il che ha significato un aumento del tempo speso a comunicare e a confrontarci con gli altri quasi esclusivamente sui social media.
Anche nella vita lavorativa siamo costantemente bombardati da messaggi. Gli avvisi arrivano via e-mail, Teams, Slack, testo, WhatsApp, ecc, deviando la nostra attenzione e interrompendo il flusso di lavoro. In uno studio condotto da Littlefish, più di due terzi dei lavoratori hanno riferito di sprecare 60 minuti al giorno passando da un’app all’altra. Mentre il 70% degli intervistati ha detto che il volume delle comunicazioni a cui accedeva rendeva più difficile portare a termine il proprio lavoro.
Senza citare l’aumento esponenziale delle riunioni online e di tutto il lavoro che siamo obbligati a svolgere tramite la tecnologia. Qualsiasi sia il nostro ruolo, sembra che non ci sia modo di sfuggire a questi schemi.
Questo può avere un impatto reale sulla salute e sul benessere digitale. Il sovraccarico digitale può portare a sentimenti di ansia, impotenza e stanchezza mentale. Questo a sua volta può portare le persone a essere improduttive e a sperimentare il “sovraccarico di scelta” – dove troppi avvisi e informazioni non filtrate portano a un cattivo processo decisionale.
Un rapporto di Deloitte, a tal proposito, afferma che il costo mentale e fisico di un uso malsano della tecnologia al lavoro può anche portare a un sonno insufficiente, all’erosione delle relazioni con la famiglia e gli amici, e persino alla depressione.
Il problema del presenteismo digitale
Un’altra sfida al benessere è il presenteismo -ovvero quel fenomeno per cui i dipendenti sentono il bisogno di lavorare per molte ore o di fare extra solo per essere visti farlo. Possono essere stanchi, improduttivi o persino malati, ma si sentono comunque spinti a lavorare.
Prima del COVID, il presenteismo poteva consistere nel rimanere alla propria scrivania oltre l’orario di chiusura. Ora molti di noi hanno portato a casa questa abitudine. Secondo un articolo di The Guardian lavoriamo anche più a lungo, solo che lo facciamo a distanza. Il presenteismo digitale – o presenzialismo elettronico – sta prendendo piede. Rispondiamo alle e-mail e mandiamo messaggi diretti a tutte le ore. In breve, non possiamo permetterci di spegnere i nostri dipositivi.
La pandemia ha anche aumentato i sentimenti di insicurezza del lavoro, facendo sentire a molte persone il bisogno di “fare il miglio extra” per mantenere il loro lavoro quando altri stanno perdendo il loro.
Quindi, quali passi possono fare le organizzazioni per promuovere sane abitudini digitali al lavoro? Ecco alcuni suggerimenti da esplorare.
I 5 migliori consigli per il benessere digitale
Sii il primo ad attuare i comportamenti che vorresti vedere
I professionisti L&D, i leader e i manager possono tutti dare il buon esempio modellando un sano equilibrio tra lavoro e vita privata. Quindi, timbra il cartellino all’ora stabilita – in qualsiasi momento – e fai sapere alle persone che stai concludendo la giornata. Incoraggia i dipendenti a prendersi delle pause dalle loro scrivanie condividendo dei post in cui tu fai lo stesso.
Puoi anche far sapere al tuo team o a tutta l’organizzazione se ti prendi un giorno di malattia o di salute mentale. Le persone si sentiranno meno preoccupate di “essere viste” se il loro capo non è sempre in giro a guardarle.
Incoraggia un po’ di auto-riflessione
Possiamo cambiare le nostre abitudini e comportamenti solo se prima riconosciamo che c’è un problema. Quindi, incoraggia le persone a riflettere sul loro rapporto con la tecnologia al lavoro. Potresti inviare un rapido sondaggio che ponga alcune semplici domande, come la quantità di tempo trascorso sullo schermo e le pause che le persone si prendono nella loro giornata lavorativa.
Questo non solo aiuterà a farli riflettere sul loro benessere digitale, ma potrebbe fornirti alcuni dati utilizzabili in tutta l’organizzazione. Potresti anche rendere le domande sul benessere digitale una caratteristica del tuo sondaggio annuale sul coinvolgimento dei dipendenti, se ne hai uno.
Aiuta le persone a stabilire dei limiti
Questo potrebbe significare introdurre una zona “No Meeting” in tutta l’organizzazione e bloccare degli slot di tempo nei calendari di ciascun dipendente. Oppure si potrebbe incoraggiare il personale a mettere in pausa le e-mail e le notifiche dei messaggi, o usare le emoji su Teams o Slack per mostrare quando sono in modalità “focus” o “non disturbare”.
Incoraggia alcune abitudini che non prevedono l’uso della tecnologia
Ricorda alle persone che ci sono alcuni modi semplici per staccarsi dallo schermo di tanto in tanto, e che pause regolari come queste fanno bene al loro benessere digitale e fisico. Per esempio:
- ascoltare un podcast o un audiolibro
- alzarsi e andare a parlare con i colleghi di persona
- scrivere a mano un diario riflessivo
- fare alcuni compiti pratici
Offri supporto ai lavoratori da remoto
La pandemia ha spinto molti di noi a lavorare da casa, che fossimo pronti o meno. Alcuni colleghi avranno preso la decisione di passare al lavoro da casa in modo permanente, o potrebbero aver scelto un approccio ibrido. In questo caso, è ancora più importante sostenerli per avere un’impostazione e un rapporto sani.
Considerate la possibilità di fornire una formazione su come utilizzare qualsiasi tecnologia di base e gli strumenti necessari per il loro ruolo, e nominate dei “campioni tecnologici” a cui le persone possono rivolgersi per aiuto e consigli nel campo del benessere digitale.
Incoraggia conversazioni aperte per aiutare i dipendenti a identificare quale tecnologia, routine e supporto funziona meglio per loro. Una sessione online di “pranzo e apprendimento” potrebbe essere un buon modo per condividere le migliori pratiche e per coinvolgere i lavoratori remoti nello scambio di esperienze, sfide e consigli. Queste sessioni aiutano anche a combattere i sentimenti di isolamento e solitudine.
Infine, dai a tutti il supporto di cui hanno bisogno creando e curando guide e informazioni sulla vita digitale e il benessere in un luogo di facile accesso per tutti.
Articolo tratto da Mindtool Business, liberamente tradotto e rielaborato
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