WOHASU 2023: perché parliamo sempre più spesso di felicità?

wohasu 2023

Cosa vuol dire essere felici? Cosa vuol dire stare bene? E quanto questi temi influenzano la società, l’individuo, il mondo organizzativo? Questo e tanti altri spunti di riflessione sul tema di felicità e benessere sono stati affrontati al WoHaSu, che si è tenuto a Como qualche giorno fa. 

Cos’è il WoHaSu?

Dal 24 al 26 marzo 2023 si è tenuto a Como la VII edizione del World Happiness Summit (WOHASU) che nasce con lo scopo di far conoscere i benefici della scienza della felicità e del benessere. 

La missione del’evento è educare individui, aziende e leader civici sull'importanza di apprendere e implementare strumenti e politiche basati sui dati che possano rendere le persone, le organizzazioni e le comunità più felici.

L’evento, di rilevanza globale, è importante per mettere in contatto tra loro diverse realtà mondiali, in modo che insieme possano co-creare un mondo guidato da valori positivi e condivisi. Perché, se in passato il benessere comprendeva mercati più settoriali e ristretti (ad esempio, l'industria del fitness o delle terme), ora il trend sta esplodendo in ogni area dell’economia e il concetto sta trasformando intere industrie e stili di vita, che si tratti di moda, di immobili, di tecnologia. Secondo il Global Wellness Institute, rinomata organizzazione che ha lo scopo di promuovere e raccontare il benessere in tutto il mondo, questo fenomeno si intensificherà nei prossimi anni, e l'economia globale del benessere continuerà a superare la crescita del PIL mondiale.

Al WoHaSu con Toscana Promozione Turistica

Come si è detto, la trasversalità di temi come la felicità e il benessere fanno sì che tutte le industrie a livello globale possano beneficiare dei loro vantaggi non solo dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto dal punto di vista umano. Date le sue innate caratteristiche, l’industria turistica ben si presta ad implementare felicità e benessere nei suoi processi e nelle sue proposte. La Toscana, conosciuta in tutto il mondo per le sue unicità e la sua forte vocazione turistica, non può ignorare queste nuove tendenze che stanno emergendo: il benessere plasmerà tutto il settore turistico e ridefinirà l’intero concetto di vacanza. 

Destinazione dai mille volti, è in grado di stupire con le sue storie, la sua cultura, i suoi prodotti, le sue tradizioni, ma anche con la sua modernità e la sua attenzione alle esigenze fisiche e mentali di chi si reca sul suo territorio. 

Rendere il territorio toscano una terra empatica, in grado di rispondere non solo alle esigenze turistiche ma anche a quelle spirituali dei milioni di turisti che vi si recano è essenziale per costruire nuove opportunità di business e co-creare esperienze uniche basate sui valori dell’accoglienza, della felicità, del benessere. 

Per questo la Regione Toscana ha sviluppato in questo framework, insieme ad Alessio Carciofi, il progetto “Mental Wellness”, che nasce, appunto, per far evolvere l’offerta turistica locale verso le nuove tendenze che stanno emergendo in tutto il mondo e per trasmettere un’idea di ospitalità nuova ed empatica

L’Agenzia Regionale Toscana Promozione Turistica riconosce l’importanza di rimanere competitivi su un mercato dove sono presenti competitor sempre più agguerriti, per cui sfruttare il benessere come vantaggio competitivo aiuterà le aziende e le realtà del territorio a sviluppare un’offerta variegata, attuale, attraente per i nuovi visitatori e attenta alle loro necessità. La partecipazione al WoHaSu sancisce, ancora una volta, il suo impegno per regalare a turisti e visitatori la migliore esperienza possibile, accompagnando le aziende e le organizzazioni di settore sul suo territorio verso una transizione fondamentale mirata alla comprensione e all’implementazione di felicità e benessere all’interno delle loro pratiche. 

Il WOHASU 2023 si impegna per un "Wellbeing Manifesto"

Tra gli interventi più interessanti è obbligatorio menzionare quello di Lord Richard Layard, rinomato economista inglese, che ha proposto l’ideazione di un “Wellbeing Manifesto”, un compendio di regole e idee necessarie a garantire un futuro prospero e felice per l’essere umano. 

L’obiettivo deve essere il benessere delle persone, il loro godimento della vita, il loro senso di soddisfazione e di appagamento. Il reddito da solo non basta: occorre puntare al nobile ideale illuminista del benessere. Mettere il benessere al primo posto.

Sempre più persone sono d'accordo con questo approccio, anche se la risposta istituzionale, sia nel governo che nelle aziende e nell'istruzione, tarda a far sentire la sua voce.

I temi principali su cui si sorregge il manifesto sono:

  • Misurazione. Tutti i governi, i datori di lavoro e le scuole dovrebbero misurare il benessere delle persone di cui si occupano, almeno una volta all'anno.
  • Governo. L'obiettivo dei governi dovrebbe essere quello di migliorare in modo sostenibile il benessere dei cittadini, scegliendo le politiche più efficaci in termini di costi per il benessere.
  • Imprese. L'obiettivo delle imprese dovrebbe essere quello di migliorare in modo sostenibile il benessere dei propri lavoratori, clienti e fornitori, nonché degli azionisti.
  • Scuole. L'obiettivo principale degli educatori dovrebbe essere quello di migliorare il benessere presente e futuro dei loro alunni, utilizzando le prove per raggiungere questo obiettivo.
  • Individui. Tutti noi dovremmo cercare di creare il massimo benessere nel mondo e la minima infelicità.

Vorrei ricordare il suo motto, coinciso ma di grande rilevanza concettuale: “If you treasure it, measure it”. Se misuriamo solo il PIL, o i profitti, o i voti scolastici, si tralascia la persona. Dobbiamo quindi misurare il benessere - nella popolazione, nella forza lavoro e nella scuola.

Non è difficile capire perché abbiamo bisogno di un nuovo approccio al benessere sul lavoro. Ad esempio, nelle indagini sulla felicità effettuate fino ad ora, il lavoro emerge come una delle esperienze peggiori per le persone, peggiore, ad esempio, dei lavori domestici. 

Ma il benessere dei lavoratori è una priorità. E i datori di lavoro possono influenzarlo enormemente, sia per come organizzano il lavoro sia per come gestiscono i problemi di salute mentale della forza lavoro. Il benessere dei lavoratori dovrebbe quindi essere al centro dell'attenzione della S nella valutazione della performance ESG (ambiente, società e governance) di un'azienda.

Tuttavia, la responsabilità sociale delle aziende va oltre gli azionisti e i lavoratori. Le imprese hanno responsabilità nei confronti di clienti, fornitori e comunità locali. È estremamente incoraggiante che nel 2019 la Business Roundtable statunitense abbia impegnato i suoi membri in questa ampia visione degli scopi dell'impresa. I profitti sono essenziali perché un'azienda possa prosperare e crescere, ma la sua esistenza è giustificata dal suo contributo al benessere umano. 

Il benessere come obiettivo dell'educazione

 Il benessere dei bambini è fortemente influenzato dalle loro scuole e dai loro insegnanti, e questo a sua volta influisce sul loro futuro benessere da adulti. In effetti, il benessere di un bambino influisce più delle sue qualifiche accademiche rispetto al suo godimento della vita. Ma, fortunatamente, gli educatori non devono scegliere tra il benessere dei bambini e il loro rendimento scolastico, perché le prove sono chiare: i bambini felici imparano meglio

Le scuole hanno bisogno di una politica di benessere accettata da tutto il personale, dai genitori e dagli alunni. Questa politica dovrebbe influenzare l'intero ethos della scuola. Inoltre, dovrebbe esserci almeno una lezione settimanale dedicata alle abilità di vita, insegnata da insegnanti adeguatamente formati che utilizzino materiali basati sull'evidenza. Molte scuole lo fanno, ma tutte dovrebbero farlo. 

Benessere e ruolo dei singoli

Alla fine, ogni azione dipende dai valori e dalle azioni delle singole persone. I migliori risultati possono essere raggiunti solo se l'obiettivo di ognuno è quello di essere un "creatore di felicità", contribuendo al meglio alla somma del benessere nel mondo. Questa idea è implicita nella maggior parte delle grandi religioni del mondo ed esplicita in molte organizzazioni (tra cui WOHASU, Action for Happiness e il World Wellbeing Movement).

Costruire un mondo più felice è possibile, mirando a un benessere sostenibile e molta meno infelicità. Ma si potrà realizzare questo obiettivo solo se è comune, misurabile, oggettivo

Jen Fisher speaker al WOHASU

Tra gli speaker più autorevoli che sono intervenuti sul palco del WOHASU, vorrei anche menzionare Jen Fisher, primo Chief Wellness Officer per Deloitte. Il suo ruolo e il suo impegno nei confronti del benessere dei lavoratori ha origini personali, ma l’importanza del suo messaggio è, senza dubbio, di portata internazionale. 

Da quando la pandemia ha colpito quasi due anni fa, i lavoratori hanno registrato un aumento significativo del burnout, dei problemi fisici legati allo stress e del senso di isolamento, ponendo i datori di lavoro di fronte a gravi sfide, dalla perdita di produttività al turnover. 

Non c'è da stupirsi che i datori di lavoro stiano dedicando più soldi e attenzione al benessere dei lavoratori, come il rapporto Global Talent Trends 2022 di LinkedIn sottolinea. Questo cambiamento sta contribuendo a inaugurare un'era di cultura aziendale in cui le aziende trattano i propri lavoratori con cura e compassione.

In un articolo di Phyllis Furman (Senior Editor per SJR) Jen Fisher, conduttrice della serie di podcast WorkWell e coautrice di Work Better Together: How to Cultivate Strong Relationships to Maximize Well-Being and Boost Bottom Lines, afferma: "I lavoratori chiedono di essere impiegati in organizzazioni che valorizzino veramente chi sono, dentro e fuori dal luogo di lavoro. Investire nel benessere dei lavoratori aiuta i datori di lavoro ad attrarre e trattenere i talenti, oltre ad aumentare l'impegno, la produttività, la creatività e l'innovazione". 

"Chi sta sveglio tutta la notte non solo danneggia se stesso e la propria salute, ma anche il rischio per l'organizzazione è enorme", afferma. "Se si vuole una forza lavoro performante, occorre una forza lavoro che si prenda cura di se stessa". 

Articolo tratto da LinkedIn (articolo di Phyllis Furman), dal Wellbeing Manifesto di Lord Richard Layard e dal sito del WoHaSu. Fonti liberamente tradotte e rielaborate.

Photos by Wohasu

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