Smartphone a scuola: opportunità e rischi

smartphone a scuola

L'uso dello smartphone a scuola è un argomento controverso che ha suscitato ampi dibattiti tra docenti, genitori e studenti. Mentre alcuni ritengono che i dispositivi mobili possano essere una risorsa educativa preziosa, altri li vedono come una distrazione dannosa.

Lo smartphone a scuola, una battaglia lunga oltre un decennio

L'ultima direttiva, emessa il 19 dicembre 2022 (che fornisce linee guida sull'utilizzo dei telefoni cellulari e dispositivi elettronici simili in classe), riafferma quanto stabilito nella direttiva (di 15 anni fa) n. 30 del 15 marzo 2007. Secondo le vecchie normative, il divieto di utilizzare i telefoni cellulari durante le lezioni è conforme a un principio generale di correttezza, il quale trova una sua formalizzazione nei doveri delineati nello Statuto degli studenti.

L'utilizzo dei telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici è considerato una fonte di distrazione sia per chi li utilizza che per i compagni di classe. Inoltre, rappresenta una grave mancanza di rispetto nei confronti del docente e costituisce un'infrazione disciplinare. Questa infrazione può essere sanzionata attraverso misure preventive e dissuasive, seguendo una logica educativa propria dell'ambiente scolastico, allo scopo di sensibilizzare gli studenti sulla negatività di tali comportamenti.

Tentare un nuovo approccio

La circolare del 2022 riafferma la possibilità di utilizzare dispositivi elettronici in classe, ma solo in determinate circostanze. Questi dispositivi possono essere utilizzati come strumenti compensativi in conformità con le normative vigenti e possono essere adoperati per scopi inclusivi, didattici e formativi, previo consenso dell'insegnante. Questa pratica è in linea con il Piano Nazionale Scuola Digitale e gli obiettivi della "cittadinanza digitale".

Inoltre, la circolare prende in considerazione i risultati di un'indagine condotta dalla 7ª Commissione Permanente del Senato sulla XVIII Legislatura, il cui rapporto è stato approvato il 9 giugno 2021. Questo rapporto evidenzia alcune conclusioni preoccupanti riguardo all'impatto del digitale sugli studenti, in particolare sui processi di apprendimento.

Tra i diversi temi trattati, tra cui i rischi per la salute derivanti da un uso eccessivo degli smartphone a scuola e a casa, il rapporto invita a interpretare con equilibrio e spirito critico la tendenza a sopravvalutare i benefici dell'uso del digitale nell'insegnamento. Promuove anche l'uso di materiali tradizionali come la lettura su carta, la scrittura a mano e l'esercizio della memoria nelle scuole. In questo modo, si cerca di trovare un equilibrio tra l'uso dei dispositivi digitali e la preservazione delle competenze e abilità tradizionali degli studenti.

Lo smartphone a scuola e a casa: nuove sfide per insegnanti e genitori

Il rapporto dell'UNESCO del 2023 evidenzia alcune sfide legate all'uso della tecnologia in ambito educativo. Il rapporto sottolinea che l'uso intensivo della tecnologia può avere un impatto negativo sul rendimento scolastico degli studenti, interrompendo l'attività di apprendimento in classe e a casa. Le distrazioni causate dalle notifiche e dalle attività non accademiche come i videogiochi e i social media influenzano la concentrazione degli studenti e il loro impegno nello studio.

Inoltre, i divari digitali possono aumentare le disuguaglianze educative, poiché non tutti gli studenti hanno accesso a Internet o a dispositivi digitali di alta qualità. L'UNESCO raccomanda di garantire un uso responsabile della tecnologia educativa e di proteggere la privacy dei dati degli studenti. La tecnologia dovrebbe essere vista come un mezzo complementare all'insegnamento, non come un sostituto dell'interazione umana e dell'educazione tradizionale.

Uno sguardo ai dati

Negli Stati Uniti, il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie ha calcolato che i bambini tra gli 8 e i 10 anni passano in media 6 ore al giorno davanti a uno schermo, mentre i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni dedicano 9 ore al giorno, di cui ben 5 ore sono spese a guardare la televisione. Per quanto riguarda i giovani tra i 15 e i 18 anni, il tempo medio trascorso di fronte ai dispositivi è di 7,5 ore giornaliere.

Un sondaggio condotto su 2.500 genitori, la cui indagine ha riguardato il periodo prima e dopo la pandemia, e che ha coinvolto bambini dai 3 agli 8 anni in Australia, Cina, Italia, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti, ha rivelato un aumento significativo nell'esposizione dei bambini ai dispositivi digitali. In particolare, il tempo trascorso davanti agli schermi è aumentato di 50 minuti al giorno in media.

Nel 2020, in 19 paesi europei, i ragazzi di età compresa tra 9 e 16 anni hanno trascorso in media 2 ore e 47 minuti online al giorno. Questo intervallo va da un minimo di 2 ore e 14 minuti in Svizzera a un massimo di 3 ore e 39 minuti in Norvegia. La crescente connettività e l'accesso facilitato alla tecnologia hanno contribuito a questo aumento del tempo trascorso online da parte dei giovani.

Se confrontiamo i dati raccolti nel 2010 con quelli attuali, possiamo notare un raddoppio del tempo trascorso davanti agli schermi in paesi come Francia, Italia e Spagna. In particolare, i ragazzi tra i 15 e i 16 anni dedicano quasi 2 ore e 30 minuti al giorno alla navigazione online, mentre per quelli di età compresa tra 9 e 11 anni la cifra si attesta a quasi 2 ore e per quelli tra 12 e 14 anni raggiunge le 3 ore e 12 minuti giornaliere. Un dato allarmante è che, in Francia nel 2022, i bambini sotto i 2 anni hanno trascorso ben 3 ore e 11 minuti quotidiani davanti agli schermi.

Un rapporto basato su 12 revisioni sistematiche ha identificato una correlazione tra l'incremento del tempo trascorso davanti agli schermi e una dieta meno salutare, un maggiore apporto calorico e un aumento degli indicatori di obesità. In particolare, dedicare più di 2 ore al giorno agli schermi è stato associato a sintomi depressivi più evidenti, risultati scolastici inferiori, disturbi del sonno e una condizione fisica meno favorevole.

Un'analisi condotta su un ampio campione di giovani, compresi individui di età compresa tra i 2 e i 17 anni negli Stati Uniti, ha dimostrato che un maggiore tempo trascorso davanti agli schermi è correlato a un peggioramento del benessere complessivo. Questo si traduce in una minore curiosità, una diminuzione del controllo di sé e una stabilità emotiva ridotta. Inoltre, si è osservata un'accentuazione dei sintomi di ansia e depressione tra coloro che dedicano più tempo ai dispositivi digitali.

Smartphone a scuola: cosa fa bene e cosa no

Pro dell'uso dello smartphone a scuola:

  1. Accesso a informazioni istantanee: Gli smartphone permettono agli studenti di accedere rapidamente a una vasta quantità di informazioni. Possono consultare dizionari, enciclopedie online, risorse didattiche e persino libri digitali per approfondire la loro comprensione di un argomento.
  2. App educative: Esistono numerose app educative progettate per aiutare gli studenti a imparare in modo interattivo. Queste app possono coprire una vasta gamma di materie, dall'aritmetica alla storia, dalla lingua straniera alla programmazione. L'uso di queste app può rendere l'apprendimento più coinvolgente e divertente.
  3. Organizzazione e produttività: Gli smartphone sono dotati di applicazioni di gestione del tempo e dell'agenda che possono aiutare gli studenti a pianificare i compiti e gli impegni. Inoltre, possono utilizzare le app di prendere appunti per registrare le lezioni o annotare i materiali di studio.
  4. Comunicazione rapida: Gli smartphone consentono agli studenti di comunicare rapidamente con i loro insegnanti e compagni di classe. Possono inviare e-mail, messaggi di testo o utilizzare piattaforme di messaggistica istantanea per chiedere chiarimenti su concetti o domande relative al corso.
  5. Flessibilità nell'apprendimento: Gli smartphone consentono agli studenti di apprendere ovunque si trovino. Possono studiare durante i tragitti in autobus, in attesa di appuntamenti o durante le pause scolastiche. Questa flessibilità può aiutare gli studenti a ottimizzare il loro tempo di studio.

Contro dell'uso dello smartphone a scuola:

  1. Distrazione: Uno dei principali problemi legati all'uso degli smartphone a scuola è la distrazione. Gli studenti potrebbero essere tentati di controllare i social media, giocare a giochi o chattare con gli amici invece di concentrarsi sulla lezione. Questo può influire negativamente sul loro apprendimento.
  2. Rischio di plagio: Gli smartphone permettono agli studenti di cercare facilmente informazioni online, ma questo aumenta il rischio di plagio. Gli studenti potrebbero copiare e incollare informazioni senza comprenderle veramente, compromettendo l'integrità accademica.
  3. Privacy e sicurezza: L'uso degli smartphone può comportare preoccupazioni legate alla privacy e alla sicurezza. Gli studenti potrebbero condividere involontariamente informazioni personali o sensibili tramite le app o i social media. Inoltre, potrebbero essere vittime di cyberbullismo o molestie online.
  4. Disparità socioeconomica: Non tutti gli studenti possono permettersi uno smartphone di alta gamma o un piano dati costoso. Ciò può creare disparità tra gli studenti, con alcuni che hanno accesso a risorse migliori rispetto ad altri, il che non è equo dal punto di vista dell'istruzione.
  5. Dipendenza da dispositivi: L'uso eccessivo degli smartphone può portare a una dipendenza dai dispositivi digitali. Gli studenti potrebbero diventare dipendenti dalla tecnologia, trascorrendo ore a guardare lo schermo anziché interagire con il mondo reale.
Girls having break time at school

Le best practices in Italia sull'uso dello smartphone a scuola

In Italia, sono state adottate diverse iniziative riguardanti l'uso degli smartphone a scuola.

A Piacenza, una scuola ha introdotto un sistema chiamato "Yondr", che consiste in una piccola tasca sigillata ermeticamente dall'insegnante che contiene il telefono cellulare degli studenti durante le lezioni. Il dispositivo rimane sigillato dall'inizio alla fine della lezione e viene sbloccato solo al termine della lezione, garantendo che gli studenti non utilizzino lo smartphone a scuola durante l'insegnamento.

A Milano, Stefano Boati e Anna Garavini, insieme ad altri genitori e insegnanti delle scuole IC Olmi e IC Rinnovata Pizzigoni, hanno sviluppato l'iniziativa chiamata "Aspettando lo smartphone". Questo progetto si concentra sulla promozione della consapevolezza digitale tra genitori e docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Il Patto tra genitori che fa parte di questa iniziativa prevede alcune linee guida, tra cui l'uso responsabile degli smartphone a scuola, a tavola e a letto, il rispetto delle leggi sull'età d'accesso alle piattaforme digitali e il trasparente utilizzo degli smartphone fino ai 14 anni di età.

"Aspettando lo smartphone" è anche parte integrante del "Patto educativo digitale della città di Milano", un'iniziativa sostenuta dal Comune di Milano e dall'Università di Milano-Bicocca. Questo patto coinvolge vari partner, tra cui l'Osservatorio per il contrasto al bullismo e cyberbullismo, l'Ufficio Scuole Aperte, l'Ufficio Scolastico Territoriale di Milano, il Garante dei diritti per l'infanzia e l'adolescenza, il CORECOM Lombardia e altri. L'obiettivo è creare un patto di comunità per promuovere il benessere digitale attraverso la cooperazione tra genitori, scuole, istituzioni e altre parti interessate.

Un'approccio innovativo è stato adottato in Friuli-Venezia Giulia, dove è stato avviato un progetto sperimentale che coinvolge studenti, insegnanti e genitori. Dopo una serie di lezioni sull'uso responsabile della tecnologia, i discenti devono sostenere esami e test per dimostrare di aver acquisito le competenze necessarie. Coloro che superano con successo questi esami ricevono un "patentino" per l'uso dello smartphone a scuola e a casa. L'obiettivo è intervenire nel momento in cui i ragazzi iniziano a utilizzare in modo più massiccio gli smartphone, che di solito avviene in prima media.

Le risposte degli Stati per contrastare l'uso eccessivo dello smartphone a scuola e a casa

Diverse nazioni stanno adottando politiche per affrontare l'uso della tecnologia nell'istruzione attraverso iniziative di sensibilizzazione, segnalazione e interventi volti a mitigare i rischi digitali, spesso focalizzandosi sul contesto scolastico. Un'analisi sistematica e una meta-analisi delle azioni intraprese in paesi, prevalentemente ad alto reddito, hanno rilevato che programmi di complessità media hanno una probabilità del 73% di ridurre il rischio di cyberbullismo.

L'accesso diffuso alla tecnologia digitale e a Internet attraverso l'uso dello smartphone a scuola e a casa significa che i bambini possono essere esposti a contenuti dannosi, pertanto è necessario adottare iniziative sia a livello scolastico che al di fuori di esso per affrontare queste problematiche.

In Galles, il governo ha emesso linee guida per le scuole su come prepararsi e rispondere ai contenuti dannosi e alle notizie false che circolano online. Queste linee guida comprendono il coinvolgimento degli studenti nella segnalazione e nella prevenzione dei contenuti dannosi, nonché raccomandazioni per ridurre al minimo il rischio di esposizione di studenti a contenuti offensivi utilizzando lo smartphone a scuola e a casa.

In Australia, la privacy e la sicurezza sono state integrate nei programmi di studio dalla scuola materna al decimo anno in otto materie. In Nuova Zelanda, il pensiero critico è stato inserito nei programmi di studio per tutte le classi dalla prima alla tredicesima, per aiutare gli studenti a comprendere le responsabilità legate alla sicurezza e alla privacy nell'uso dei dati.

Le normative in merito al tempo trascorso davanti agli schermi variano in tutto il mondo, con linee guida generalmente sottolineate dalle autorità sanitarie. Ad esempio, l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda meno di un'ora di esposizione ai dispositivi digitali per i bambini di età compresa tra 1 e 5 anni.

In Cina, esistono limiti per l'uso dei dispositivi digitali come strumenti didattici, nonché pause raccomandate per proteggere la salute degli occhi degli studenti. Nel Minnesota, USA, è stato vietato l'uso individuale degli schermi da parte dei bambini delle scuole materne a meno che non sia supervisionato dagli insegnanti.

Molti paesi hanno imposto limiti o divieti sull'uso di telefoni cellulari e altre tecnologie nelle scuole. In Francia, ad esempio, l'uso dei telefoni cellulari è stato vietato per gli studenti dai 6 ai 15 anni nelle scuole primarie e secondarie.

Tuttavia, l'approccio a tali politiche deve considerare gli impatti complessi dell'integrazione della tecnologia nell'istruzione. È importante definire chiaramente ciò che è consentito o vietato per quanto riguarda l'uso dello smartphone a scuola e coinvolgere gli studenti nella comprensione dei rischi e delle opportunità legati alla tecnologia. Gli studenti dovrebbero essere istruiti su come utilizzare la tecnologia in modo responsabile e consapevole, sviluppando capacità critiche per convivere sia con che senza la tecnologia.

Le questioni legate alla privacy dei dati, alla sicurezza online e alla proprietà intellettuale sono aspetti chiave che richiedono attenzione e regolamentazione da parte dei paesi, soprattutto quando si tratta un tema dibattuto e controverso come quello legato all'utilizzo degli smartphone a scuola tra i ragazzi.

Articolo tratto da Agendadigitale.eu, liberamente rielaborato

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